Jekyll2019-09-11T11:18:05+00:00https://cookspot.it/feed.xmlCook’s PotPentole sull'orlo di una crisi di nervi{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Hamburger vegetariano con crema di peperoni2013-03-15T00:00:00+00:002013-03-15T00:00:00+00:00https://cookspot.it/hamburger-vegetariano-crema-peperoni<p>Una ricetta semplicissima nata dal pretesto di provare un nuovo obiettivo per la macchina fotografica e per questo volutamente ricca di colori. Questo velocissimo “hambuger” vegetariano si è rivelato gustoso oltre ogni nostra aspettativa, e - nonostante la semplicità della preparazione - è pieno di sapori complementari, dalla parte grassa rappresentata dalla scamorza, al contrasto morbido e amarognolo delle melanzane, fino alla croccantezza delle semplici carote crude. Ideale l’accompagnamento con la crema di peperoni, che da forza al piatto e colma il sapore un po’ piatto delle melanzane tonde.</p>
<p>A seconda del gusto personale, i pomodori possono essere inseriti nell’hamburger freschi o passati al forno per 5-6 minuti. Nel primo caso, la ricetta risulterà molto fresca e odorosa, ma nel secondo il pomodoro acquisterà un sapore molto più intenso e gustoso, ed è stata effettivamente questa la nostra scelta.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Una ricetta semplicissima nata dal pretesto di provare un nuovo obiettivo per la macchina fotografica e per questo volutamente ricca di colori. Questo velocissimo “hambuger” vegetariano si è rivelato gustoso oltre ogni nostra aspettativa, e - nonostante la semplicità della preparazione - è pieno di sapori complementari, dalla parte grassa rappresentata dalla scamorza, al contrasto morbido e amarognolo delle melanzane, fino alla croccantezza delle semplici carote crude. Ideale l’accompagnamento con la crema di peperoni, che da forza al piatto e colma il sapore un po’ piatto delle melanzane tonde.Crema di zucca con riso nero e verdure2012-10-21T00:00:00+00:002012-10-21T00:00:00+00:00https://cookspot.it/crema-zucca-riso-nero-lomellina-verdure<p>Il riso nero di Lomellina, anche noto come riso otello, è una variante molto particolare dei risi neri, tipica - evidentemente - della provincia di Pavia. Lo abbiamo trovato praticamente a caso, ci ha incuriosito e ci siamo fatti suggerire una ricetta di stagione dai sapori assolutamente lombardi, che abbiamo reinterpretato un po’ dandogli un tocco della nostra meridionalità che comunque, ovviamente, ci accompagna sempre.</p>
<p>Così, abbiamo pensato ad una crema di zucca mantovana (ma, ovviamente, va benissimo anche la zucca partenopea, anche se avrà un sapore un po’ meno deciso), a cui abbiamo aggiunto solo un po’ di pepe e noce moscata per dargli carattere, e semplici verdure. Un pavese doc dirà che ci voleva anche una bella spalmata di gorgonzola fondente, ma noi…non siamo pavesi e volevamo, nei limiti del possibile, rendere il piatto un po’ più leggero e adatto a tutta la famiglia.</p>
<p>E’ venuta fuori, in ogni caso, una gustosissima ricetta vegetariana, rigorosamente a chilometro zero, in cui il riso è raccolto su un letto di crema di zucca e con verdure saltate.</p>
<p>Tanto per ripeterci, davvero interessante questo riso nero! Necessita di tempi di bollitura lunghissimi (anche 30 minuti), ma non scuoce e non si apre a cottura ultimata. Anzi, deve essere sciacquato abbondantemente una volta scolato, per pulirlo della posa nerissima.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Il riso nero di Lomellina, anche noto come riso otello, è una variante molto particolare dei risi neri, tipica - evidentemente - della provincia di Pavia. Lo abbiamo trovato praticamente a caso, ci ha incuriosito e ci siamo fatti suggerire una ricetta di stagione dai sapori assolutamente lombardi, che abbiamo reinterpretato un po’ dandogli un tocco della nostra meridionalità che comunque, ovviamente, ci accompagna sempre.Tortine alla carota (camille)2012-02-16T00:00:00+00:002012-02-16T00:00:00+00:00https://cookspot.it/tortine-carota-camille<p>Era da molto tempo che avevamo pensato di realizzare le tortine alla carote (sì…le camille!), sia per la nostalgia e per i ricordi dell’infanzia, sia perché effettivamente sono buonissime. Ma la ricetta, di per sé non molto complicata, richiede, per una resa ottimale, la farina di mandorle che, per un motivo o per un altro dimenticavamo sempre di comprare al supermercato: solo un po’ di carote in frigo da lungo tempo mi hanno convinto definitivamente!</p>
<p>Questi dolcetti sono semplicemente spettacolari. Sono morbidi, fragranti, non troppo umidi che ammollano il pirottino, né troppo secchi da sentire i grani della farina di mandorle e l’acre della buccia d’arancia. In realtà, il sapore dominante non è quello della carota, molto debole ma con un retrogusto persistente, ma dell’arancia. Il colore, però, è perfetto: un arancione vivo e carico. Da rifare assolutamente (magari sperimentando un metodo <a href="http://blog.giallozafferano.it/silvanaincucina/2011/07/31/i-miei-appunti-come-preparare-in-casa-farina-di-mandorle-o-di-nocciole/">che ho letto in giro</a> per preparare la farina di mandorle in casa)</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Era da molto tempo che avevamo pensato di realizzare le tortine alla carote (sì…le camille!), sia per la nostalgia e per i ricordi dell’infanzia, sia perché effettivamente sono buonissime. Ma la ricetta, di per sé non molto complicata, richiede, per una resa ottimale, la farina di mandorle che, per un motivo o per un altro dimenticavamo sempre di comprare al supermercato: solo un po’ di carote in frigo da lungo tempo mi hanno convinto definitivamente!Spaghetti cacio e pepe2012-02-05T00:00:00+00:002012-02-05T00:00:00+00:00https://cookspot.it/spaghetti-cacio-pepe<p>Questa antichissimo piatto della tradizione centro-meridionale italiana ha origine nelle campagne, essendo un piatto tipico dei pastori, per via della scarsa deperibilità degli ingredienti, ma è riportato (all’incirca) dallo stesso Goethe nel suo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Viaggio_in_Italia_(saggio)">Viaggio in Italia</a>. Come ogni piatto della tradizione italiana è molto semplice, ma circondato da un oltranzismo reazionario, quasi religioso, volto a preservarne in maniera praticamente assoluta il canone, o sostenendo questa o quella tra le mille varianti come la più antica.</p>
<p>Questa versione è frutto di una ricerca condotta direttamente su “fonti” romane, in una ricetta il cui segreto è semplicemente il connubio tra gli ingredienti mentre sono mescolati alla pasta umida. Proprio questo bilanciamento consente la creazione della crema di pecorino e pepe tipica di questo piatto: la pasta termina la cottura nella terrina con il condimento, bagnata con la sua stessa acqua di cottura, ed il suo stesso amido amalgama, senza seccare, il cacio e pepe. Se la pasta è troppo secca, basta aggiungere un po’ di acqua di cottura; se, viceversa, è troppo umida, la si può asciugare con un po’ di pecorino. Il pecorino, appunto…che sia romano ed a media stagionatura!</p>
<p>Tra l’altro, approfitto di questo articolo per sfatare un mito da perfetta massaia, in una usanza che proprio in questa ricetta viene spesso adoperata, e che, invece, non ha assolutamente nessun fondamento: <a href="http://it.barilla.com/content/ricetta/bavette-alla-trasteverina">come tante fonti citano</a> (minuto 7:40), non c’è mai nessun motivo per aggiungere olio d’oliva all’acqua in cui bolle la pasta, né prima né dopo averla calata.</p>
<p>Chiudo con un tocco di perfezionismo: servite gli spaghetti cacio e pepe molto velocemente, se possibile in piatti ben scaldati, con due dita d’acqua, al microonde. Ma ricordatevi di asciugarli, dopo averli scaldati!</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Questa antichissimo piatto della tradizione centro-meridionale italiana ha origine nelle campagne, essendo un piatto tipico dei pastori, per via della scarsa deperibilità degli ingredienti, ma è riportato (all’incirca) dallo stesso Goethe nel suo Viaggio in Italia. Come ogni piatto della tradizione italiana è molto semplice, ma circondato da un oltranzismo reazionario, quasi religioso, volto a preservarne in maniera praticamente assoluta il canone, o sostenendo questa o quella tra le mille varianti come la più antica.Paccheri con zucca, salsiccia e pancetta2012-01-29T00:00:00+00:002012-01-29T00:00:00+00:00https://cookspot.it/paccheri-zucca-salsiccia-pancetta<p>Ho assaggiato questo piatto molti anni fa in un agriturismo di una località della provincia di Salerno. La moglie del gestore rifiutò di darmi la ricetta, così mi lanciai in un’opera di deduzione: non che fosse una impresa impossibile, sia chiaro, tuttavia sono ugualmente orgoglioso del risultato!</p>
<p>Quella che si presenta è una ricetta decisamente “barbarica”, dal sapore intenso e dall’apporto calorico decisamente non trascurabile, che spesso cucino per la mia fidanzata come piatto unico (lo ammetto, abbondando con le porzioni!). La ricetta è in continuo divenire, nel senso che ogni tanto provo qualche variante diversa, alla ricerca della “spezia perfetta” che mi aiuti a completare il dolce della polpa della zucca.</p>
<p>A proposito della zucca, l’ideale per questa ricetta è senza alcun dubbio la <a href="https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/zucca-lunga-napoletana/">zucca napoletana</a>, per il sapore e per la consistenza della polpa, ma per motivi logistici (leggi: Esselunga) ho provato la ricetta anche con la zucca di Chioggia e la Cucurbita Maxima (la zucca di Halloween, per capirci), che è quella che vedere in tutto il suo arancione splendore nelle foto di questa pagina, ed il risultato è stato più che dignitoso.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Ho assaggiato questo piatto molti anni fa in un agriturismo di una località della provincia di Salerno. La moglie del gestore rifiutò di darmi la ricetta, così mi lanciai in un’opera di deduzione: non che fosse una impresa impossibile, sia chiaro, tuttavia sono ugualmente orgoglioso del risultato!Sfogliatine al miele super veloci2012-01-27T00:00:00+00:002012-01-27T00:00:00+00:00https://cookspot.it/sfogliatine<p>Questa ricetta è ideale da preparare con i vostri bambini, in quanto semplicissima, divertente, veloce e…non sporca!</p>
<p>Queste gustose e fragranti sfogliatine sono perfette come spezzafame, come merendina o per una festa di compleanno. Sono anche delle ottime svuotafrigo: personalmente li prepariamo ogni qual volta ci ritroviamo un rotolo di pasta sfoglia pronta in frigo che sia troppo vicina alla scadenza. L’ideale è una sfoglia di forma rettangolare, ma è solo per praticità. Se ne avevate una rotonda in frigo, non c’è assolutamente problema.</p>
<p>Una sola raccomandazione proprio per la pasta sfoglia pronta, che a prescindere dalla ricetta vale sempre: è importante che sia di buona qualità! Se il rotolo è troppo umido o non abbastanza elastico, potreste non ottenere delle sfogliatine fragranti.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Questa ricetta è ideale da preparare con i vostri bambini, in quanto semplicissima, divertente, veloce e…non sporca!Meringhe2012-01-23T00:00:00+00:002012-01-23T00:00:00+00:00https://cookspot.it/meringhe<p>Le meringhe sono una delle ricette più semplici, ma allo stesso tempo insidiose, che ho provato ultimamente. Gli ingredienti sono pochi, naturalmente, ma le reazioni che avvengono nell’albume sono molto interessanti e molto istruttive ed ogni appassionato di cucina che si rispetti, credo, debba averne almeno una infarinatura, visto quanto sono diffuse in cucina le tecniche che le sfruttano.</p>
<p>Così, data la grande passione che ha mio marito per il blog di Dario Bressanini, abbiamo seguito i suoi consigli e provato insieme le sue fantastiche <a href="http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/01/18/le-ricette-scientifiche-le-meringhe/">meringhe scientifiche</a>. L’articolo scende molto in dettaglio su cosa succede nei bianchi d’uovo mentre prepariamo una leggera meringa, ma qui vorrei soffermarmi soltanto su ciò che serve sapere per ottenere delle meringhe davvero perfette.</p>
<p>Il segreto sta tutto nelle proprietà delle proteine dell’albume: esse, durante la montatura, formano una struttura regolare, intrappolando l’aria al loro interno e facendo aumentare di volume l’intero composto. Bisogna fare molta attenzione, però, perché se si esagera con la montatura, l’aria e l’acqua fuggono via, mentre l’albume si smonta irrimediabilmente.
Anche il succo di limone è un vero tocco di genio. Le nostre nonne utilizzavano il sale, ma con gli strumenti moderni questa operazione non solo è inutile, ma addirittura dannosa. Molto meglio poche gocce di sostanza acida (il succo di limone, appunto) che rendono più stabile l’albume una volta montato e più lucide le meringhe dopo la cottura.</p>
<p>La cottura, appunto, è l’ultimo passo della nostra ricetta scientifica, e forse il più difficile! Le meringhe devono cuocere ad una temperatura di 85/90°, perché a questa temperatura entrambe le proteine dell’albume coagulano, diventando solide e stabili, ma sicuramente non superiore a 100°, quando lo zucchero caramella, creando dei cristalli che colorano la meringa di un brutto color beige.</p>
<p>Personalmente ho seguito un consiglio sui commenti alla ricetta sul blog di Dario Bressanini, che con me ha funzionato alla perfezione: sopra e sotto la teglia in cui avrete adagiato le meringhe, mettete due teglie uguali, vuote. Queste due teglie contribuiranno a rendere la temperatura più stabile, agendo da isolanti, con il solo svantaggio che il forno andrà preriscaldato più a lungo.</p>
<p>La ricetta che segue è quella delle meringhe alla francese, che si differenziano da quelle all’italiana perché sono molto asciutte e delicate in bocca, e che hanno un rapporto tra albumi e zucchero di 1:2. Potete renderle più o meno vaporose incorporando lo zucchero molto più avanti nella montatura, o, al contrario, in parte o tutto all’inizio, per ottenerle più dense. Ricordate, però, che lo zucchero rende stabile la montatura, quindi non riuscirete a far aumentare ulteriormente di volume ai bianchi dopo averlo aggiunto, mentre se lo aggiungete troppo tardi, c’è il rischio che l’albume “impazzisca”, smontandosi definitivamente.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}Le meringhe sono una delle ricette più semplici, ma allo stesso tempo insidiose, che ho provato ultimamente. Gli ingredienti sono pochi, naturalmente, ma le reazioni che avvengono nell’albume sono molto interessanti e molto istruttive ed ogni appassionato di cucina che si rispetti, credo, debba averne almeno una infarinatura, visto quanto sono diffuse in cucina le tecniche che le sfruttano.Grissini2012-01-13T00:00:00+00:002012-01-13T00:00:00+00:00https://cookspot.it/grissini<p>I grissini sono un piatto così tipico e storico della cucina torinese che non potevo non provarli almeno una volta! Così, quando è capitata l’occasione di una ricorrenza con alcuni amici del capoluogo piemontese, sono andata dritta nella tana del lupo!</p>
<p>La mia versione è una variante piuttosto leggera, visto che la ricetta prevede di amalgamare l’impasto con lo strutto, ma secondo me l’olio extra vergine è più che sufficiente, e che non presenta particolari difficoltà. Armatevi, però, di pazienza, perché con le quantità indicate vengono fuori almeno 4 teglie (addirittura 6, nel mio caso, che li preferisco sottili, come quelli che si trovano nei ristoranti. Altri, però, li preferiscono più spessi o con consistenza variabile, così da alternare punti di maggiore e minore croccantezza).</p>
<p>In casa avevo dei semi di papavero, così li ho aromatizzati con questa spezia, ma mille altre soluzioni sono possibili: dal peperoncino piccante alle olive tritate finemente, al pepe, al sesamo.</p>
<p><strong>Consiglio:</strong> vista la loro sottigliezza, bisogna fare molta attenzione alla cottura! Per questo motivo ho preferito cuocerli con il forno non ventilato, così da rallentare la cottura e poterla controllare con…meno ansia!</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}I grissini sono un piatto così tipico e storico della cucina torinese che non potevo non provarli almeno una volta! Così, quando è capitata l’occasione di una ricorrenza con alcuni amici del capoluogo piemontese, sono andata dritta nella tana del lupo!Torta di Mele2012-01-12T00:00:00+00:002012-01-12T00:00:00+00:00https://cookspot.it/torta-di-mele<p>La torta di mele è un vero classico, di cui esistono centinaia di versioni. Questa versione è la più semplice e veloce da preparare, ma anche molto gustosa e sottilmente aromatica. Potete variare l’intensità e la fragranza del retrogusto dolce del miele, scegliendone uno opportuno (io ho optato per un miele di fiori d’arancio). Essendo un dolce particolarmente ricco di burro, per evitare che sia troppo pesante ho aggiunto degli amidi (fecola di patate, ma anche l’amido di mais va bene) per renderla più soffice, e posto particolare attenzione a setacciare la farina e a mescolare l’impasto (mi raccomando, movimenti regolari dal basso verso l’alto!), così da incorporare il maggior quantitativo possibile di bolle d’aria, necessarie alla lievitazione.</p>{"name"=>nil, "email"=>nil, "twitter"=>nil}La torta di mele è un vero classico, di cui esistono centinaia di versioni. Questa versione è la più semplice e veloce da preparare, ma anche molto gustosa e sottilmente aromatica. Potete variare l’intensità e la fragranza del retrogusto dolce del miele, scegliendone uno opportuno (io ho optato per un miele di fiori d’arancio). Essendo un dolce particolarmente ricco di burro, per evitare che sia troppo pesante ho aggiunto degli amidi (fecola di patate, ma anche l’amido di mais va bene) per renderla più soffice, e posto particolare attenzione a setacciare la farina e a mescolare l’impasto (mi raccomando, movimenti regolari dal basso verso l’alto!), così da incorporare il maggior quantitativo possibile di bolle d’aria, necessarie alla lievitazione.